NieR:Automata è un Action Adventure dove ci ritroveremo ad esplorare delle macroaree di un mondo distrutto da un’invasione di Alieni e di Biomacchine. Ma tutto questo mondo nasconde dei segreti.
La Terra non è più come la conoscevamo
Erano mesi che rimandavo NieR:Automata, questo perché volevo dedicargli la giusta attenzione. E sebbene io lo stia comunque alternando ad altri giochi (come faccio sempre), mi è impossibile non provare un desiderio incredibile di giocarlo più tempo possibile. Questo perché Yoko Taro è stato in grado di creare una storia che prende i giocatori esterni e li trascina dentro, fin dal primo istante. La prima ora di gioco, infatti, ci butta in faccia quel mondo distrutto, quella realtà dolorosa e la sua totale assenza di umani sulla Terra. Insieme a 2B, un’automa, inizieremo la nostra avventura per scoprire i segreti del mondo, ormai abbandonato dagli umani, fuggiti sulla Luna.
La storia di base di per sé può sembrare quasi banale, con un’invasione aliena e la relativa fuga degli umani. Tuttavia, non è così semplice. Proseguendo insieme a 2B ed a 9S, infatti, scopriremo che i nuovi abitanti della Terra, le Biomacchine, stanno cambiando il loro modo di vivere. Le Biomacchine sono gli avversari principali dell’intera storia, anche se, alcuni di loro, non vogliono più essere tali. Stanno cambiando il loro modo di vivere, si stanno a tutti gli effetti evolvendo, anche se ciò avviene solamente per alcuni di loro. Questo porta la storia a cambiare ed a prendere una direzione inaspettata e curiosa.
Yoko Taro e NieR:Automata: una narrazione da maestro
Non proseguirò con gli spoiler, perché credo che il gioco vada giocato in prima persona, ma voglio dirvi una cosa: NieR:Automata è fantastico. Sembra scontato, soprattutto dato che cerco sempre di parlarvi solo dei giochi che amo veramente, ma non lo è. Se NieR:Automata è stato apprezzato moltissimo da una fetta di gamer, tanti altri lo hanno etichettato come “inutilmente intricato“. Non è così. Semplicemente dovete entrare nell’ottica della narrazione di Yoko Taro.
Nel mondo occidentale siamo abituati male. Le storie dei videogiochi, così come quelle dei film e delle serie TV, ci vengono servite su dei piatti d’argento, così che tutti le possano capire, senza troppi giri di parole. Ci sono ovviamente delle eccezioni, ma sono sempre più rare. La narrazione giapponese, invece, è enigmatica, pretende che il giocatore non solo sia sempre attento, ma che soprattutto sia in grado di ascoltare, anche con il cuore.
NieR:Automata non fa eccezione. Yoko Taro ha creato una storia di per sé semplice, ma che dona grandissime emozioni, soprattutto grazie ai vari segreti che andremo a scoprire lungo la nostra storia. Questo costringerà il giocatore ad aprire gli occhi, a pensare con la propria mente. Tutto ciò anche se nel gioco non sono previste grandi decisioni da prendere. Sarà peró nostro compito decidere come vedere il mondo di NieR:Automata. Saremo dubbiosi come 9S o ricchi di speranza come 2B?
Il mio viaggio verso il finale
Non ho ancora terminato NieR:Automata, ma lo sto spulciando in ogni suo segreto, alla ricerca di ogni dettaglio. Ciò che sto amando nel profondo è l’ambientazione. Credo che NieR:Automata dimostri che non serva avere una grafica fotorealistica per donare al giocatore un’esperienza senza paragoni.
Al contrario, NieR:Automata regala emozioni uniche, grazie anche a questo mondo distrutto, ma ricco di speranza. L’ambientazione intorno a noi è divorata dalla natura, che si sta riprendendo il suo posto, donando vita al Mondo. Questo permette di vedere il gioco con occhi diversi, riuscendo a recepire tutto ciò che Yoko Taro e 2B vogliono dirci.
In questo Blog si uniscono le mie passioni, così da creare un luogo unico nel suo genere! Videogiochi e Funko Pop si incontrano fra le righe che scrivo, mescolandosi a curiosità ed esperienze personali... ed ogni tanto anche a qualche news! Sempre con il mio stile, che mi rappresenta in ogni mio articolo!
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